Sulla base della planimetria dell'Ittar, degli esigui resti e sull'unica descrizione accurata antecedente al 1943 ad opera del Rasà Napoli, possiamo ipotizzare l'aspetto che dovette avere la chiesa prima della sua distruzione. L'altare maggiore doveva essere affrescato con immagini dei Santi Euplio e Antonio innanzi al trono di Maria con un coro di angeli, i quattro Evangelisti, l'Apoteosi di Sant'Euplio, la predicazione dello stesso santo" ed era ornato da semi-colonne con capitelli di stile corinzio, ancora oggi visibili. La chiesa disponeva poi di due altari laterali che erano affrescati; quello di destra aveva una "predicazione di Sant'Antonio abate nel deserto" di Tullio Allegra, mentre quello di sinistra rappresentava un "santissimo Crocifisso senza simulacri ma con gli Angioli della passione dello stesso Allegra. Il prospetto verso occidente era in pietra calcarea e sull'unica porta vi erano come decorazioni una mitra poggiata su un libro chiuso e un pastorale con un campanello legatovi, i quali costituiscono i simboli di Sant'Antonio Abate, e un libro aperto il quale è invece il segno distintivo di Sant'Euplio.
Dell'antico tempio demolito dalle bombe dell'8 luglio del 1943 dal bombardamento alleato, sono rimaste soltanto la parete nord della navata e, addossata al Palazzo Tezzano, una parete dell'abside, nella quale sono stati allocati, nel corso dei lavori di ristrutturazione, a cura dell'Amministrazione Comunale, medaglioni dei dodici apostoli, opera dello scultore palermitano Nicolò Bagnasco, realizzati nel 1882 per una cappella del cimitero di Catania, dove non furono mai collocati.
La Cripta di Sant'Euplio
All'ingresso, sul lato sinistro del pavimento, era una botola che conduceva ai locali sottostanti di epoca romana. La botola venne definitivamente tolta e venne realizzata la prosecuzione della scaletta in muratura che conduce ancora all'ambiente ipogeo, ornato da pitture un tempo leggibili e da diverse nicchie laterali.
L'ambiente caratterizzato da un altare costituito da un capitello di epoca romana, ipotizzato dalla tradizione quale luogo di culto di età tardo-antica. Alle pareti emergono alcune pitture e sul fondo dell'altare, tracce di affreschi parietali. Gran parte dell'ambiente è ricavato dentro la roccia.
La cripta non è come molti erroneamente ritengono il luogo in cui venne imprigionato e martirizzato Sant'Euplio, ma la cella, di cui fan menzione gli Atti Sinceri nella quale questo glorioso diacono catanese fu trovato nell'esercizio delle sue funzioni di addottrinatore dei fedeli (Ignazio Paternò di Biscari, XVIII secolo).
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CHIESA E CRIPTA DI SANT'EUPLIO
Via S. Euplio n. 29, 95124 Catania CT