#: locale=it ## Hotspot ### Text HotspotPanoramaOverlayTextImage_89DFA59D_97BB_9F35_41E1_4CD537ABB679.text = \ AGLI \ APPARTAMENTI HotspotPanoramaOverlayTextImage_4DA9BB18_5DE8_628B_41C7_B809DA3D7029.text = \ AGLI \ APPARTAMENTI HotspotPanoramaOverlayTextImage_80394100_97DB_F70B_41D4_DA9FAD00E9D8.text = \ CORTILI ### Tooltip HotspotMapOverlayArea_85935F57_97BB_EB35_41DD_8F43F2C16BD3.toolTip = Sala Rossa HotspotMapOverlayArea_866CD8EF_97BB_9515_41DD_D84A815736A9.toolTip = Sala Verde HotspotMapOverlayArea_86BB6DBA_97BA_EF7F_41B0_9734D3C78E05.toolTip = Sala dei Feudi HotspotMapOverlayArea_85B79B62_97BB_AB0E_41C7_329E8E593556.toolTip = Salone dell'Orchestra HotspotMapOverlayArea_87E44D9A_97B6_AF3F_41DC_16CD4DE2D3C4.toolTip = Scalinata ## Media ### Audio audiores_B1696D48_977E_6F1B_41DF_B05B06CFB4A1.mp3Url = media/audio_8BE945D9_97CE_9F3D_41D6_618829DBB192_it.mp3 audiores_8AE0F3FE_97CA_9AF7_41E0_E7A70DF08E71.mp3Url = media/audio_9A82DBE8_974A_AB1A_41D3_7B3DDE844C23_it.mp3 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Fu l’architetto catanese ed accademico Francesco Fichera che negli anni trenta del secolo scorso scoprì per primo la prolifica opera dello scultore ed intagliatore messinese Antonino Amato.


Antonino, figlio d’arte, era a Catania già prima del devastante terremoto del 1693 al seguito del padre Giovan Maria, per “intagliare” il portale della Badia di S. Agata. Ritornò a lavorare a Catania nel 1695 e nell’agosto del 1697 interviene nella chiesa della collegiata per realizzare una “affacciata” di pietre bianche e nere ed una scalinata in pietra nera.


Fu nel 1703 che Antonino Amato cominciò a progettare gli interventi scultorei e gli intagli di pietra che tanto distinguono le facciate est e sud del Monastero dei Benedettini. Antonino Amato fu uno dei maggiori artefici della riedificazione di Catania. La sua vasta bottega era composta da artisti e artigiani suoi parenti, ma quando si trattava di scolpire figure, mascheroni ed altre opere di più delicata fattura, i contratti facevano obbligo che fossero realizzate personalmente da lui, il capobottega.


La famiglia Amato andò ad abitare, gratuitamente, nei pressi del Teatro Greco, dove i Benedettini avevano case di loro proprietà e lì ebbe anche gli spazi necessari
a realizzare le opere. Nell'intero immenso cantiere del convento gli Amato realizzarono moltissimi lavori, a San Nicolò e nei chiostri.


E mentre lavorava a San Nicolò, nel 1707 firmò il contratto per realizzare a Palazzo Biscari alla marina “sette fenestroni d’intagli di pietra bianca”. E ancora gli Amato, con tutti i parenti, nel 1709 presero a lavorare anche alla Cattedrale con una molteplicità di interventi: sculture e lavorazioni di intaglio. Ma ancora molte altre sono le opere e gli incarichi che la premiata ditta Amato realizzò non solo a Catania.


La ricostruzione della città e di tutta la Val di Noto fu un’opera corale di una grande
pletora di artisti e maestranze. Per condurre in porto una simile impresa vi fu una grande condivisione delle competenze tecniche e dei saperi. Probabilmente questo consentì l’unità stilistica, nella Sicilia orientale, del barocco che oggi è considerato patrimonio dell’umanità.


Antonino Amato con la sua alacre bottega si è meritato il titolo di “indiavolato” e ritagliato un posto di rispetto nella storia del barocco siciliano.
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Ignazio Paternò Castello V principe di Biscari fu uno dei primi massoni di Sicilia. Per il principe l’adesione alla Massoneria è un'occasione per entrare in relazione con ambienti aristocratici ed intellettuali di ampio respiro europeo. Gli stessi ambienti che porteranno alla diffusione dei principi filosofici dell’Illuminismo.


Il principe era a capo della Loggia dell’Ardore e attraverso essa promuoveva, nella Catania più colta, fini eminentemente filantropici. A Catania l’affiliazione alla massoneria avveniva grazie alla Accademia degli Etnei, fondata e presieduta dal principe nel 1744.


La Massoneria moderna nasce proprio nel XVIII secolo in Inghilterra ed in Scozia e già alla sua nascita è correlata ad un universo simbolico ed esoterico che ha radici nell’alchimia e nella cabala.


Nel Salone dell'orchestra i due pilastri posti ai lati dell’ambiente in fondo al salone, da cui si può accedere agli appartamenti privati del principe, sembrano rimandare ad una simbologia massonica che fa riferimento al tempio di Salomone. All'ingresso dei templi massonici erano sempre inserite due colonne in memoria delle due colonne in rame, Boaz e Yakin, che erano nel vestibolo del tempio di Gerusalemme. La colonna di destra, Boaz, simboleggia la forza, quella di sinistra, Yakin, simboleggia la stabilità. La particolarità delle colonne di Palazzo Biscari è di essere capovolte, il capitello invece di essere messo in cima alla colonne è alla base delle stesse.
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Il 18 giugno del 1772 Vincenzo, figlio ed erede di Ignazio Paternò Castello principe di Biscari, poté celebrare il suo matrimonio presso il sontuoso Salone dell’Orchestra. L’ambiente in stile rococò era stato appena terminato. Otto anni prima fu redatto il progetto ispirato con tutta probabilità alla Sala d’Orange della Casa nei boschi progettata dall’architetto Pieter Post, residenza reale presso l’Aia.


Il principe collezionista, anche di libri, ebbe modo di conoscere l’esempio olandese da alcune incisioni che raffigurano la sala, costruita nel 1645.
In particolare, forte deve essere stata la suggestione che il principe ebbe per la creazione della copertura a lanterna. Anche per accogliere il pubblico straniero, che numeroso visitava la città nell’epoca del Grand Tour, il principe teneva spesso ricevimenti e feste nel salone.


E la galleria a balconata, destinata ad ospitare l’orchestra durante le feste, suscitava fascino ed attrattiva. La grande sala rettangolare con gli angoli smussati decorata alle pareti da numerosi specchi, è ricoperta da una volta ribassata di forma ellittica in cui gli stucchi in stile rocaille si alternano agli affreschi. L’occhio centrale ellittico, con la lanterna che fa filtrare la luce nell’ambiente sottostante, ha suggerito per lo sfarzoso ambiente anche l’appellativo di sala a chitarra.


Ignazio, antesignano dell’archeologia, era anche un grande amante della mitologia classica e sulla volta fa dipingere la gloria della sua famiglia che culmina con l’incoronazione che il dio Vulcano concede al principe. Come omaggio alla terra natale della moglie Anna Morso di Poggioreale, ma si dice anche per farsi perdonare i numerosi tradimenti, il principe sulle pareti fa dipingere le vedute del golfo di Napoli.


Il grande salone ha pochi paragoni nell'architettura civile dell'epoca: realizzata una decina di anni prima, in Sicilia può forse tenergli testa solo la sala degli specchi di Palazzo Ganci di Palermo. Il salone costò un grande impegno finanziario al principe: tra il 1769 ed il 1773 risulta spesa per la sua costruzione la considerevole cifra di 3686 onze. Ma il principe poneva grande attenzione alla promozione della sua immagine ed anche per l’ultimo suo viaggio volle che la scenografia fosse questa sala. In accordo alla costruzione di una immagine post mortem degna della sua posizione sociale e del suo lignaggio, le esequie organizzate per lui dal figlio Vincenzo potevano reggere il confronto con quelle di un sovrano o di un alto prelato.


Possiamo vedere la scena grazie ad una incisione del 1786: il grande catafalco ai cui angoli erano quattro obelischi culminava, al centro su di un alto podio, con il suo simulacro che dall’occhio ellittico sembrava quasi pronto a spiccare il volo verso la luce ed il cielo. Anche nella morte forse il principe immaginava che dalla lanterna del salone potesse ancora vedere il cielo ed il mare della sua amata Catania.
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Palazzo Biscari è uno dei più rilevanti monumenti barocchi di Catania. Il palazzo, di proprietà privata,è stato costruito dopo il sisma del 1693 per volere della famiglia Paternò Castello dei principi di Biscari sulle fortificazioni cinquecentesche della città. Il progetto fu commissionato da Ignazio III Principe di Biscari all’architetto Alonzo Di Benedetto.


Il figlio di Ignazio, Vincenzo, proseguì nell’opera di completamento del palazzo, commissionando allo scultore Antonino Amato i sette splendidi rilievi plastici dei finestroni della facciata prospiciente Via Cardinale Dusmet.


Il palazzo un tempo ospitava il museo Biscari, sede delle raccolte costituite da Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari, grande studioso, mecenate e antesignano delle discipline archeologiche. Oggi le collezioni del principe sono presso il Museo Civico di Castello Ursino.
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Quelli che furono i cortili del museo oggi sono spazi quasi segreti di residenze private. Attraversando l’ingresso posto su Viaa del Museo Biscari, si passa dal clamore del centro di Catania alla pace di un hortus conclusus colmo di un inaspettato sentimento di pace.


Qui il principe Ignazio volle il museo delle antichità da lui raccolte in Sicilia ed in Italia, inaugurato nel 1758. Per ospitare in spazi funzionali le sue raccolte archeologiche, fece costruire quest’ala del palazzo in un'area attigua ai suoi appartamenti e ai saloni di rappresentanza.


Dopo il catastrofico terremoto del 1693 il principe ottenne il privilegio di costruire la sua magnifica residenza sopra uno dei bastioni cinquecenteschi che davano direttamente sulla antica marina di Catania.
Ed ancora, da qui nel cuore del centro storico di Catania, basta salire verso l'alto pochi metri per spaziare con lo sguardo dal Mare Ionio verso le cupole barocche, fino al maestoso Etna.
### Title window_F2E59313_DF61_2234_41B2_A682837B106A.title = Antonio Amato "l'indiavolato" window_B085DE91_98D6_6D0D_41D1_755BD6E8C56C.title = I cortili del museo window_8ED5CB7B_97FE_6BFD_41E1_25EF1550C88F.title = Il Salone dell'Orchestra window_8A8D7423_97BA_9D0E_41CB_A40065B5EFF4.title = Il principe Biscari e la Massoneria window_BCFCDADB_9D61_0428_41DE_AC8D172CE0F2.title = Palazzo Biscari ## Skin ### Multiline Text HTMLText_FA7FA72B_DFE1_6214_41DE_185E92A3AC19.html =
Appartamenti
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Sono gli appartamenti privati dei Principi di Biscari.
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Galleria dei Putti
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La balconata del Palazzo, che ospita la peculiare Scala a Onda e splendidi affreschi sulle volte.
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Sala Verde
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Contiene quadri e sovraporte, con il particolare pavimento di cotto con intarsi di pietra bianca di Siracusa.
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Sala dei Feudi
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Contiene diversi dipinti dei feudi Biscari.
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Salone dell'Orchestra
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Magnifico esempio di rococcò.
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Sala Rossa
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Contiene ritratti della famiglia Biscari.
## Tour ### Description ### Title tour.name = Palazzo Biscari