La leggenda racconta che, tra le numerose terre visitate da Artù, ci fosse anche la Sicilia. Si racconta che il re abbia vissuto nei boschi dell'Etna, in una caverna incantata insieme alla fata Morgana. Gravemente ferito nella battaglia contro Mordred, fu costretto a letto, mentre Morgana vagava per i boschi nella speranza di trovare qualche erba che potesse salvarlo.
Un giorno, mentre era nei boschi, la fata incontrò un contadino e stanca delle ricerche, gli confessò di non riuscire a guarire Artù. Il giorno successivo, il contadino tornò da lei e le portò alcuni ingredienti speciali: un cestino di alici, pesce azzurro che i catanesi chiamano "masculini", un mazzetto di finocchio selvatico conosciuto come "finocchiu rizzu", e un pezzo di pane raffermo.
Raccomandò a Morgana di fare buon uso di questi doni provenienti dalla terra, dal mare e delle donne dell’Isola.
Morgana tornò, quindi, dal fratello e preparò una pozione utilizzando questi tre ingredienti. Il giorno seguente, Artù si risvegliò. Affascinato dalla bellezza di Catania al suo risveglio, decise di proteggere la città pregando Dio affinché il vulcano Etna non la distruggesse.
Questo piatto “magico” viene cucinato dai catanesi che accompagnano gli spaghetti ad un soffritto di alici, finocchietto selvatico e mollica.